Genova

Dietro le quinte

Ocean Race e i 230 volontari, Genova che osa: “Il Comune risparmia sul lavoro dei giovani in un evento che costa 12 milioni”

Gli ambassador- volontari

Gli ambassador- volontari

 
Il dossier e l’atto d’accusa degli attivisti del centro studi: “La ricerca effettuata dalla Fondazione Fulgis che gestisce i licei comunali”
2 minuti di lettura

Assistenti di bordo per vip. Videomaker e creatori di contenuti. Assistenti per le ricerche di mercato. E poi addetti all’ospitalità, “event runner” per correre qua e là dove serve. E ancora “summit assistants”, “race boat experience assistants”: l’inglese nobilita le attività svolte a titolo completamente gratuito dei 230 volontari assoldati dal Comune per Ocean Race. Che lavoreranno all’evento il cui costo complessivo resta nebuloso: questione a cui Repubblica ha dedicato un’approfondita inchiesta. Per un totale di 8.900 ore: a costo zero.


“Se si applicasse lo standard del festival della Scienza che garantisce a chi lavora una piccola retribuzione di circa 5 euro lordi all’ora, il Comune avrebbe speso 44.940 euro – attaccano gli attivisti di Genova che Osa, centro studi e movimento progressista che ha dedicato una campagna contro i cattivi lavori e ha elaborato un dettagliato dossier dopo aver ottenuto gli atti del Comune – una beffa a fronte di tutti i soldi investiti in questo evento,circa 12 milioni”.

Non solo: secondo altre due simulazioni di Genova che Osa, che ipotizzano di rivolgersi a “una cooperativa che fornisca manodopera per eventi di questo tipo, abbiamo calcolato due diversi scenari considerando un costo aziendale di circa 16 euro l’ora e poi di 20 euro l’ora – snocciola Lorenzo Azzolini di Genova che Osa - spesa che sarebbe necessaria per garantire a lavoratrici e lavoratori un netto di circa 10 euro l’ora che noi consideriamo la base di un possibile salario minimo. Così facendo, il Comune avrebbe speso tra i 147mila e i 181mila euro”. Soldi risparmiati: a discapito dei volontari. Reclutati soprattutto tra giovani dei licei e delle società sportive.


Il dossier di Genova che Osa, elaborato sulla base degli atti forniti dagli uffici comunali in seguito alla richiesta degli attivisti, elenca i ruoli ricoperti dai 230 volontari selezionati: altri 72 restano in attesa di colloquio. “Il paradosso è che per lavorare gratis è comunque richiesta una procedura di selezione che il personale del Comune ha svolto sia in presenza che da remoto – continua Azzolini - le mansioni che i “volontari” dovranno ricoprire sono dettagliatamente indicate nella determinazione dirigenziale”.

Ogni giorno il Comune prevede di impegnare 84 volontari per coprire i due turni giornalieri previsti che andranno dalle 9.30 alle 20 nei giorni feriali e fino alle 22 nei festivi. Una persona che copra due turni si troverebbe a lavorare dalle 11 alle 13 ore. “Dai documenti del Comune si apprende che gli attori coinvolti nella ricerca di volontarie e volontari sono le federazioni sportive e in particolare Yacht Club Italiano e Lega Navale, ma soprattutto la fondazione Fulgis – si legge nel dossier - cioè l’ente del Comune che gestisce i licei comunali”. Lo Yacht Club precisa : “Noi non reclutiamo ma siamo noi stessi volontari”.

Non solo: dalla determinazione dirigenziale emerge che il Comune ha speso appena 35mila euro lordi per garantirsi un servizio di hostess e stewart: “Che, di fatto, svolgono mansioni analoghe a quelle assegnate ai volontari – attacca Lorenzo Azzolini - appare così evidente l’enorme sproporzione tra lavoro retribuito e il carico assegnato ai volontari senza i quali non si potrebbe realizzare l’evento. Un vero e proprio furto rispetto a una spesa che su un bilancio così esteso sarebbe stata assolutamente sostenibile”. E ancora: “A Genova c’è una strutturale offerta di cattivi lavori – incalzano gli attivisti di Genova che Osa - il Comune per primo deve garantire a chi viene coinvolto nell’organizzazione di questi eventi una giusta retribuzione. Quando la collettività investe cifre così importanti i benefici non possono essere per pochi ma devono essere equamente distribuiti, a partire dal garantire lavori di qualità”.
 

I commenti dei lettori