Energia

Eni, gli utili volano di quasi il 700% nel semestre oltre 7 miliardi di euro

di Fausta Chiesa

Eni, gli utili volano di quasi il 700% nel semestre oltre 7 miliardi di euro

Conti record per Eni, che ha chiuso il primo semestre con utili netti a 7.398 milioni di euro rispetto ai 1.103 milioni del semestre 2021. In base ai risultati approvati il 28 luglio dal consiglio di amministrazione presieduto da Lucia Calvosa, il gruppo energetico ha accelerato in praticamente tutte le linee di business e nel secondo trimestre (dopo aver chiuso un primo trimestre con conti record) ha registrato un Ebit adjusted (utile operativo depurato delle poste straordinarie) di gruppo di 5,84 miliardi, in crescita del 13% rispetto al trimestre precedente e più che duplicato rispetto al secondo trimestre 2021, «trainato - si legge nella nota - dal favorevole andamento dello scenario prezzi delle commodity, dai robusti margini di raffinazione e dalla costante attenzione al controllo dei costi e alla performance operativa dei business».

I risultati sono stati raggiunti grazie a quotazioni medie del Brent a 113,7 dollari (+ 65% anno su anno) e a prezzi spot del gas quasi quadruplicati. L’annuncio della semestrale arriva il giorno dopo che un altro gruppo attivo dell’Oil and Gas, Saipem (di cui Eni è maggiore azionista con il 31,2%), ha mostrato il ritorno alla redditività, mostrando come la crisi con la Russia abbia cambiato gli scenari e i risultati del settore.

«In un contesto di incertezza e volatilità dei mercati - ha commentato il ceo Claudio Descalzi - ci siamo attivati rapidamente per garantire nuovi flussi di approvvigionamento. Dopo gli accordi sulle forniture di gas con i nostri partner in Algeria, Congo ed Egitto nella prima parte dell’anno, a giugno Eni è entrata nel progetto North Field East in Qatar, il più grande sviluppo di Gnl al mondo. In Africa orientale, abbiamo avviato la produzione di gas del progetto Coral South Flng operato da Eni, il primo a valorizzare il grande potenziale del Mozambico. In Italia, ci siamo proattivamente impegnati nella ricostituzione degli stoccaggi di gas in previsione della prossima stagione invernale e le nostre raffinerie hanno aumentato significativamente i tassi di lavorazione per garantire un adeguato flusso di prodotti petroliferi per soddisfare la richiesta di mercato.

Eni ha alzato leggermente la guidance sulle nuove risorse esplorative per il 2022, stimate adesso a circa 700 milioni di boe (barili di petrolio equivalenti) rispetto al precedente target di 600 milioni. Sulla produzione di idrocarburi la previsione è di 1,67 milioni di boe/giorno in linea con la guidance precedente di 1,7 milioni di boe/giorno, al netto degli impatti della forza maggiore e dell’aggiornamento dello scenario Eni per il riferimento Brent a 105 dollari/barile nel 2022.

Per quanto riguarda la strategia di decarbonizzazione, Descalzi ha confermato la quotazione in Borsa di Plenitude. «In Plenitude - ha dichiarato Descalzi - il programma di espansione della capacità di generazione da fonti rinnovabili prosegue verso l’obiettivo di superare i 2 GW entro la fine dell’anno; date le condizioni di mercato, l’Ipo è stata rimandata ma rimane nei nostri piani. Il business Eni della mobilità sostenibile incrementerà il valore delle nostre bioraffinerie, facendo leva sull’integrazione verticale con il nostro innovativo agri-business e il portafoglio di soluzioni decarbonizzate. Tecnologie breakthrough sono il motore del nostro sviluppo come testimonia la costruzione in corso dell’impianto dimostrativo di fusione magnetica che punta a produrre energia netta da fusione nel 2025». Infine Eni ha aumentato il programma 2022 di acquisto di azioni proprie a 2,4 miliardi grazie - ha detto Descalzi ai «solidi risultati conseguiti e l’aggiornamento delle nostre previsioni sul mercato di riferimento che ci consentono di migliorare la remunerazione degli azionisti».

Intorno alle 10 e 30 del 29 luglio il titolo del Cane a sei zampe è in rialzo del 4% in Piazza Affari. Gli analisti promuovono i conti. «Riteniamo che il nuovo set di informazioni abbia implicazioni positive per il titolo grazie ai risultati significativamente migliori delle attese, all’outlook sulla generazione di cassa implicitamente migliorato di un miliardo oltre alla variazione di scenario sul Brent (+15 dollari al barile) e sui cambi, e al buyback da 2,4 miliardi», dicono gli analisti di Equita, sottolineando anche che «la nuova remunerazione per gli azionisti è molto competitiva e pari al 13,5% sulla capitalizzazione di mercato». Agli analisti piacciono anche l’Ebit adjusted in deciso miglioramento anno su anno principalmente per il segmento Natural Resources (+164%) che beneficia dell’incremento dei prezzi degli idrocarburi, e il forte miglioramento della divisione R&M e Chimica (+481% anno su anno) grazie ai forti margini di raffinazione. «Si tratta di risultati solidi, con una forte generazione di cassa. Lo scenario di mercato, inoltre, rimane favorevole per quanto riguarda i prezzi di petrolio e gas naturale», dicono gli esperti di Banca Akros, che hanno confermato il «buy».

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