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Cop28, l’Italia bocciata sulla lotta ai cambiamenti climatici

Secondo il rapporto annuale di Germanwatch realizzato per l’Italia in collaborazione con Legambiente e presentato alla Cop28 in corso a Dubai, l’Italia scende dal 29/o al 44/o posto, perdendo ben 15 posizioni. Un risultato dovuto soprattutto al rallentamento della riduzione delle emissioni di gas serra

Cop28, Onu: "Accelerare sul clima, le soluzioni esistono"

2' di lettura

Italia bocciata nella lotta ai cambiamenti climatici. Lo indica il tonfo nella classifica delle perfomance dei principali Paesi del pianeta: scende dal 29/o al 44/o posto, perdendo ben 15 posizioni. Un risultato dovuto soprattutto al rallentamento della riduzione delle emissioni di gas serra (37/o posto della specifica classifica) e per una politica climatica nazionale (al 58/o posto) fortemente inadeguata a fronteggiare l’emergenza. Lo dice il rapporto annuale di Germanwatch, Can (la più grande rete al mondo con oltre 1.900 Ong in più di 130 paesi che lavorano per combattere la crisi climatica) e NewClimate Institute, realizzato per l’Italia in collaborazione con Legambiente e presentato alla Cop28 in corso a Dubai.

Conferenza al giro di boa

La Conferenza dei 197 Paesi più l’Unione europea sui cambiamenti climatici è al giro di boa. Comincia la seconda settimana di negoziati in cui i ministri devono trattare per raggiungere il maggiore consenso sugli impegni contro il riscaldamento globale e dunque su una bozza di accordo che possa avere il via libera entro il termine dei lavori, il 12 dicembre. E questo è l’auspicio del presidente della Conferenza, Sultan Al Jaber, che si è detto ottimista sul successo di questa Cop «che ha già fatto la storia, è già accaduto qualcosa di straordinario», guardando ai risultati finanziari ottenuti nella prima settimana, con impegni per miliardi di dollari fra sostegno dei Paesi vulnerabili e impegni in vari settori.

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La classifica di Germanwatch

Tornando alla classifica di Germanwatch, in coda ci sono i Paesi esportatori e utilizzatori di combustibili fossili come Emirati Arabi Uniti (65/o), che stanno ospitando la Cop28, Iran (66/o) e Arabia Saudita (67/o). La Cina, maggiore responsabile delle emissioni globali, è stabile al 51/o posto e gli Usa (secondo emettitore di gas serra) perdono 5 posizioni e scendono al 57/o posto. Nel rapporto si prende in considerazione la performance climatica di 63 Paesi, più l’Unione Europea nel suo complesso, che insieme rappresentano oltre il 90% delle emissioni globali.

Danimarca Paese più virtuoso

Non sono state attribuite neanche quest’anno le prime tre posizioni “in quanto nessuno dei Paesi ha raggiunto la performance necessaria per contribuire a fronteggiare l’emergenza climatica e contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1,5 gradi. In testa alla graduatoria con il quarto posto la Danimarca, grazie soprattutto alla significativa riduzione delle emissioni climalteranti e allo sviluppo delle rinnovabili, seguita da Estonia (5) e Filippine (6) che rafforzano la loro azione climatica nonostante le difficoltà economiche.

Gli obiettivi della Cop28

Alla Cop28, spiega Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente, «è cruciale raggiungere un accordo ambizioso che preveda di triplicare la capacità installata di energia rinnovabile, raddoppiare l’efficienza energetica ed avviare da subito il phasing-out delle fonti fossili. Solo così sarà possibile una drastica riduzione entro il 2030 di carbone, gas e petrolio, mantenendo vivo l’obiettivo di 1,5 gradi»

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